In tanti conoscono il significato attribuito all’ultimo dei numeri della cabala per il gioco del lotto e della tombola, quel 90 che rappresenta la paura, termine con il quale si esprime una emozione attuale, una condizione imprevista oppure un semplice stato di preoccupazione ed incertezza per il futuro.

Ma di cosa hanno paura gli italiani quando si parla di soldi?

È la domanda posta da un’indagine del Corriere della Sera, partendo dall’analisi dei dati forniti da Banca d’Italia: dei 4287 miliardi di ricchezza finanziaria delle famiglie italiane, 1371 sono depositati sui conti correnti, in aumento di 32 miliardi rispetto al 2017.

Certo che di illogico in tale atteggiamento iper prudente c’è tanto, basti pensare che dai dati ABI, il tasso di remunerazione medio di questi depositi e dello 0,38%, con i depositi di c/c tradizionali che rendono zero, anzi costano 142 euro per famiglia, per arrivare allo 0,5% netto dei depositi vincolati ad un anno, ma con un’inflazione che viaggia allo 0,9% su base annua.

Detta così nulla da obiettare, ma l’articolo continua ad esaminare il fenomeno, che oltre ad avere evidenti risvolti tecnici ha anche una forte e preoccupante connotazione sociale.

la distribuzione della ricchezza

E allora scopriamo che la distribuzione della ricchezza è sempre più disomogenea, e che solo il 78% degli italiani (-2% rispetto al 2017) potrebbe far fronte ad una spesa imprevista di mille euro, mentre il 36% (+2%) potrebbe affrontare un’emergenza da 10 mila euro; che il 53% degli italiani ha paura della recessione, il 40%teme la perdita del lavoro ed il 27% un aumento delle tasse,neanche tanto irragionevolmente ed emotivamente se ormai si parla di frenata del PIL e di recessione tecnica ormai certificata, con il numero degli imprenditori che intendono fare investimenti nel 2019 sceso dal 25% all’11%.

Alla specifica domanda: “Che cosa farebbe se le regalassero centomila euro?” il 47% ha risposto che li metterebbe da parte, ma solo il 14% li investirebbe in azioni, fondi o prodotti finanziari.

Le famiglie italiane sono sempre più prudenti, con una propensione al “parcheggio” dei risparmi salito all’8,1% del reddito disponibile… guadagno 100 euro, 8 li metto da parte.

In tale situazione continua ad avere un ruolo fondamentale ed insostituibile la storica gestione separata GESAV di Generali, con la quale i nostri clienti, tradizionalmente poco propensi a correre rischi sui mercati finanziari, sono stati tutelati e protetti attraversando indenni tutte le crisi economiche e finanziarie degli ultimi 30 anni; così come riveste un ruolo imprescindibile la figura dell’agente professionista, che saprà condurre per mano il cliente in una profittevole riallocazione delle proprie risorse e in un sapiente mix di tradizione ed innovazione.

Soprattutto dopo un disastroso 2018 appena lasciato alle spalle, con praticamente tutti gli asset finanziari in perdita come non accadeva dalla crisi del ’29….la tempesta perfetta, come definita da molti.

Ma proprio per questo motivo val la pena ricordare cosa scrisse il famoso poeta Ovidio:

 “Chi ha naufragato trema anche di fronte ad acque tranquille”.

E allora è bene scegliere un solido battello condotto da un esperto capitano di lungo corso.

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